Con il passare degli anni, anche le esigenze e le richieste dei consumatori variano e, di conseguenza, anche i mercati devono evolvere in tal senso. Stesso discorso in riferimento al panorama varietale. Ed è il settore delle angurie uno di quelli in cu si sono verificate le più importanti novità. Una su tutte è sicuramente la crescita e il ruolo sempre più interessante che si sono ritagliate le mini angurie. Tra le principali caratteristiche troviamo una notevole dolcezza, il fatto di essere croccanti, avere la polpa rossa, di solito senza semi, con un peso che si aggira solamente tra i 2 e i 3 chilogrammi.
Così, ecco che la richiesta delle mini angurie ha fatto registrare un vero e proprio boom: sono sempre di più le famiglie che vogliono comprare le mini angurie. E anche gli agricoltori stanno cominciando a cogliere al volo questa possibilità, che rappresenta una vera e propria alternativa per fare reddito rispetto alle angurie classiche.
Le principali caratteristiche delle mini angurie
Le mini angurie rosse rappresentano la varietà ibrida per eccellenza e, in ambito professionale, sono probabilmente quelle più diffuse e apprezzate. La produzione permette di ottenere frutti caratterizzati da una pezzatura media, con un peso compreso tra 2 e 2.5 chili, con una forma tipicamente tondeggiante, in alcuni casi anche ovale. La polpa presenta una tonalità rosso vivo, piuttosto croccante, dal sapore molto dolce. Il ciclo di maturazione è medio e passano circa 90 giorni dall’epoca del trapianto a quella della raccolta.
Coltivazione
Ci sono alcune differenze molto importanti che riguardano il confronto tra il modo di coltivare le angurie classiche e quelle mini. Prima di tutto, è bene mettere in evidenza come le mini angurie abbiano bisogno di un investimento molto più alto per ogni ettaro. Infatti, si possono piantare fino a 8 mila piante per ciascun ettaro, rispetto alle 3 mila di angurie tradizionali.
Anche se la coltivazione delle mini angurie, quindi, prevede un investimento molto più alto, è altrettanto fondamentale sottolineare come le raccolte siano piuttosto concentrate, senza dimenticare come questi prodotti siano più facili e rapidi da confezionare, permettendo una gestione estremamente sostenibile. Un altro fattore da tenere in considerazione è che la produzione complessiva, dal punto di vista della resa, presenta numerose somiglianze con le angurie caratterizzate da un calibro maggiore.
Sesto d’impianto e scelta impollinatore. Uno degli aspetti a cui prestare la maggiore attenzione, in riferimento alle mini angurie, è indubbiamente legato al sesto d’impianto, la cui scelta può condizionare l’intero procedimento. Di conseguenza, molto meglio seguire la fase di impollinazione, apportando sempre il necessario ed esatto supporto a livello nutritivo.
La scelta dell’impollinatore, nella produzione delle mini angurie di maggiore qualità riveste un’importanza notevole. Per garantire uno sviluppo perfetto delle angurie senza semi, è fondamentale seguire alcuni accorgimenti, come ad esempio porre a dimora diverse varietà impollinatrici che siano in grado di fecondare le varietà che vanno invece coltivate.
Spesso e volentieri, per riuscire a sfruttare al massimo l’intera produzione di piante impollinatrici, si suggerisce di impiegare delle varietà di mini angurie tigrate, ovvero quelle che riescono a combinare un’ottima capacità produttiva con una buona capacità di impollinazione.
Il trapianto è una delle operazioni più importanti ed è importante rispettare sempre la distanza di un metro sulla fila e di almeno un metro e mezzo tra le file. Infatti, le mini angurie hanno comunque bisogno di spazio per svilupparsi nel migliore dei modi, soprattutto per via del portamento tipicamente strisciante. Dopo il trapianto, è fondamentale procedere con un’irrigazione abbondante, in maniera tale che l’attecchimento sia perfetto. Le irrigazioni, come avviene per altro con tutte le Cucurbitacee, devono essere ingenti soprattutto nella prima parte dello sviluppo delle piante, ma anche durante le fasi di aumento di dimensioni dei frutti.
Parassiti e malattie. Tra le avversità che possono più di frequente portare pericoli a questa pianta, troviamo sicuramente la sclerotinia. Nella maggior parte dei casi, i marciumi tendono a svilupparsi con una consistenza piuttosto molle, favorendo una corposa produzione di muffa feltrosa dalla colorazione bianca. Il patogeno, che riesce a rimanere anche per tanti anni all’interno del substrato, allo stato ovviamente saprofitario, si rende più pericoloso quando nel terreno c’è un alto livello di umidità.
Proprio per questa ragione, in agricoltura convenzionale si suggerisce, spesso e volentieri, di praticare la sterilizzazione del terreno prima di svolgere operazioni come il trapianto, oppure si può optare per dei trattamenti particolari basati su prodotti chimici di sintesi. In riferimento, invece, alla coltivazione amatoriale, la cosa migliore da fare è prestare la massima attenzione ad evitare ogni tipo di ristagno idrico, in modo particolare nei pressi del colletto. Altrimenti, il rischio che si corre è quello di favorire la crescita di marciumi: in tal caso, si dovrà procedere con dei trattamenti a base di rame, che hanno l’obiettivo di rendere più forte il fusto e garantire un indurimento dei tessuti.
Un altro pericolo per le piante di mini anguria è rappresentato dalla Corynespora melonis, un rischio condiviso con tutte le altre specie che fanno parte della famiglia delle Cucurbitacee. In questo caso, ad essere colpite sono in modo particolare le coltivazioni effettuate sotto serra. Sulle foglie, si sviluppano delle maculature contraddistinte da una tonalità giallastra che, con l’aumentare estremamente veloce delle dimensioni, possono causare la caduta delle foglie e rendere i frutti molto più deboli, fino a farli ingiallire e raggrinzire. Attenzione anche alla muffa grigia, al mal bianco e ai marciumi radicali, che sono funghi particolarmente pericolosi per la salute di queste piante.
Interessante sottolineare come il comparto relativo alle mini angurie stia crescendo ad un ritmo impressionante nel corso degli ultimi anni. I consumatori moderni, ormai, prestano una grande attenzione alle dimensioni dei frutti e sono particolarmente attratti dalle mini angurie, proprio per via delle loro dimensioni ridotte e per le caratteristiche certamente innovative.
I consumatori sembrano, infatti, sempre più tendenti a optare per un’anguria di soli 2 chili rispetto ad una versione classica, che può arrivare a pesare anche 10-12 chilogrammi. Queste ultime angurie, ovvero quelle classiche, sono molto più complicate, proprio per via del loro ingombro, sia da trasportare che da refrigerare ed è per questa ragione che si mantengono anche per poco tempo e, tante volte, non hanno quel sapore dolce che ci si aspetta.
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